Alessandro Angelini per Shot Academy
Alessandro Angelini nel 2006 ha scritto e diretto il suo film d’esordio ‘L’aria salata’ (film, tra l’altro, con cui Giorgio Colangeli ha vinto il David di Donatello come miglior attore non protagonista). Ha scritto e diretto anche il successivo film ‘Alza la testa’ (film per cui Sergio Castellitto ha vinto il premio miglior attore Marc’Aurelio al Rome Film Fest). Alessandro è stato il trainer per le giornate di ‘Shooting Lab’, il laboratorio che chiude il primo modulo del corso Cinematographer.
Il regista e il rapporto con il camera department: questo è stato il focus dei due giorni di set con Alessandro.
E’ stata realizzata una scena in due diverse location, con tutti i problemi legati alla realizzazione e alla scelta dell’inquadratura, avendo a disposizione due unità.
– Sia ‘L’aria salata’ che ‘Alza la testa’ sono stati fotografati da Arnaldo Catinari. Come hai impostato visivamente il lavoro con Arnaldo?
Il primo passo è stato quello di far leggere il copione ad Arnaldo. Dopo le sue considerazioni sulla storia abbiamo lavorato molto a livello di idee, scambiandoci suggestioni sulla base della lettura, aiutandoci nel dialogo con riferimenti pratici; film, fotografie, dipiniti. Ogni cosa che a livello visivo potesse “sintonizzarci”. E’ stato proprio questo il punto su cui ho molto battuto nella lezione con i ragazzi; la collaborazione tra regista e direttore della fotografia. La condivisione. Il direttore della fotografia non è quello che “accende” le luci sul set è un la persona con cui creare “i colori” del film. In certi casi si sente l’esigenza di raccontare una scena con un particolare tono fotografico, questo nasce non solo da un discorso razionale legato al testo ma più spesso da un discorso intimo e perciò più profondo. Nasce da esperienze personali, dal nostro vissuto. Quella volta che mi sono sentito profondamente felice che luce c’era? Oppure da un dettaglio, da un accadimento che ci ha portato a quel tipo di stato d’animo – simile a quello del protagonista del film in quel momento- che cosa mi aveva davvero colpito di quella situazione? Con Arnaldo abbiamo lavorato su entrambi i film alla stessa maniera; parlando molto. Scegliendo di non censurarci sulle sensazioni. Poi naturalmente, prima della riprese, abbiamo fatto dei provini per fissare il tono generale del film. Arnaldo ha grande talento e generosità. Mi ha sostenuto anche nei momenti più duri, regalando ai miei film tutta la sua passione per il cinema.
– Quale scena ricordi con più affetto/effetto fotografico?
In “Alza la testa” c’è una scena in cui a notte fonda, il personaggio di Castellitto, attende nervosamente il rientro del figlio a casa. E’ una situazione normale per genitori di adolescenti ma questa “consuetudine” in quel caso, nasconde un segreto; contrariamente al volere paterno, il ragazzo ha incontrato sua madre con cui non ha rapporti da anni. Per tutta la scena il personaggio del padre sbraita per il ritardo, chiude porte e finestre come presagendo che il figlio possa prendere la sua strada, lasciandolo solo. Spegne le luci fino a rifugiarsi nella sua camera da letto. Dopo aver subito gli improperi del padre, il ragazzo lo affronta; vuole parlare di sua madre, vuole sapere la verità sulla loro separazione. Percorre lo stesso corridoio ma accendendo tutte le luci fino alla stanza da letto del genitore. Il tono fotografico adottato è molto cupo all’inizio, quasi asfittico, senza speranza e ma man mano che il ragazzo avanza e accende luci si addolcisce fievolmente rendendo concreta la sensazione che la verità è qualcosa che si ottiene a piccoli passi, con fatica. Ricordo con grande affetto questa scena non solo per la complessità della realizzazione – di fatto Arnaldo ha dovuto illuminare l’intera abitazione- ma perché abbiamo utilizzato le fonti luminose per dare uno scarto narrativo al rapporto tra i due personaggi.
– Cinematograficamente a quale ‘luce’ ti ispiri? C’è un film, un genere o uno stile che ti piace in particolare?
Non c’è un tono fotografico che preferisco a priori. C’è il tono giusto per la storia che si vuole raccontare e che quasi mai è giusto per un’altra. La scommessa semmai è nell’interpretazione di quel tono, renderlo fruibile, condivisibile anche agli spettatori. Ci si chiede sempre se le proprie scelte saranno comprese fino in fondo o in che parte. In generale però non amo la fotografia troppo artefatta, troppo languida, calda. Mi piace un approccio realistico al cinema. Anche lo stile di ripresa e le ottiche naturalmente sono comprese in questa considerazione.
– A parte Catinari, con quale direttore della fotografia ti piacerebbe lavorare?
Ah…ah…vuoi fare ingelosire Arnaldo?…
Scherzi a parte, come detto il rapporto con il direttore della fotografia va ben oltre l’aspetto meramente lavorativo. E’ un rapporto di affetto e fiducia che si crea nel tempo. Un bel rapporto è nato anche con Nicola Saraval con cui ho collaborato per i miei lavori televisivi. Nicola è molto pratico ma al tempo stesso è molto attento ai dettagli e al tono generale. Come con Arnaldo, con lui mi sento molto a mio agio. Non è facile quindi rispondere alla tua domanda, ci sono professionisti straordinari ma per me è importante che il tutto funzioni alla luce del rapporto umano.
Da aiuto regista ho avuto la fortuna di lavorare con Luca Bigazzi ed Andrew Lesney (il direttore della fotografia de “Il signore degli anelli”). Cosa dire? In entrambi i casi è stato come avere l’università a portata di mano. Oggi con le nuove macchine digitali nutro grande fiducia e curiosità nei giovani direttori della fotografia. Mi sembra che la nuova tecnologia gli appartenga in forma molto stretta.
– La tua collaborazione con il Camera Operator: come imposti il lavoro? Cosa chiedi?
Nel passaggio tra cinema e televisione non ho mai mutato il mio approccio al lavoro. Chiedo sempre agli attori di provare la scena prima di andare al trucco. Operatore di ripresa e direttore della fotografia assistono. Al termine della prova ci scambiamo le impressioni e comunico loro ciò che vorrei ottenere dalla scena, il significato che deve avere e indico anche quelli che secondo me sono i dettagli da non perdere perché tutto sia chiaro. A quel punto sono pronto ad ascoltare i loro suggerimenti. Quando si lavora in profondità c’è sempre un rilancio sulle idee originarie. Una volta creato il quadro si mette la cornice lasciandosi la possibilità di qualche variazione sul tema. Lavoro spesso con la camera a mano e solo dopo aver chiarito cosa è davvero importante per la scena che l’operatore di ripresa può sentirsi libero di improvvisare o seguire istintivamente ciò che lo colpisce durante la performance degli attori.
– E con il focus puller?
In genere mi fido molto di loro. Sono persone di grande esperienza. La camera a mano può provocare alcune piccole imprecisioni sulle posizioni di macchina e degli attori che potrebbero trasformarsi in tanti fuori fuoco senza lo sguardo attento e partecipe del focus puller. Per questo chiedo sempre nei limiti del possibile una prova in più piuttosto che una in meno. Più riferimenti hanno e più possibilità hanno di correggere eventuali imprecisioni.
– Un consiglio per chi inizia la carriera da cinematographer.
Di fare ogni cosa, ogni piccolo passo che possa avvicinarli al loro sogno. Così come per chi vuole scrivere, il consiglio è quello di scrivere almeno qualche riga al giorno tutti i giorni, così per il direttore della fotografia. Non bisogna rifiutare a priori un lavoro o una possibilità ma sposarla a pieno. So che da giovani si morde il freno, si vorrebbero bruciare le tappe ma bisogna sapere che un set offre possibilità di crescita ad ogni latitudine; non solo come DoP o operatore di macchina ma anche come aiuto operatore o video assist. Bisogna coltivare la propria passione, difenderla dagli altri ma anche da se stessi nei momenti difficili quando si vuole mollare. Non ci si deve abbattere perché sarà dura, durissima ma per questo anche affascinante.
Grazie Alessandro.
Shooting Lab from SHOT – training on set on Vimeo.
Clip ‘Before & After’ Color Correction
Shooting Lab Color Correction from SHOT – training on set on <ahref=”https://vimeo.com”>Vimeo.